Lo sai, è difficile amarti
con la gola scabra d’attesa
in questo marzo tutto che
ci piove addosso
negligente di gemme.
Sono i giorni dei semi nel solco
che calpesto senza raggiungerti,
poi
nella solitudine dove ti fuggo
con le mani travaso la pioggia
e scavo il dolore dalla terra perché
germogli il mio volerti accanto.
Fra gli sterpi s’insinua un passo sottile
di lucertola, osando labirinti dove
perderci per sempre.
E andarcene in passi certi
(ma non bisogna credere ai sogni dei poeti)
in un esodo verso il silenzio
di antichi borghi, dove anche la parola
può diventare casa
e il ritorno è sempre più lontano.
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