Bontempo il benamato

buont
Quel giorno, proprio quel giorno
che i miei occhi erano
più chiari del mattino
e i cavalli nel vento
galoppavano
fin dietro alle mie spalle
 
il più spavaldo, il puledro
dall’aria fiera e l’occhio morbido
quello con tre balzane
e la stella in fronte
Bontempo, per esser nato in marzo
con la luna
Bontempo il benamato
che non conosce morso
né recinto, che batte l’ambio
con araba eleganza
schivo di palio
ai margini del branco
altero
 
proprio lui, proprio quel giorno
 
arrestò d’improvviso il suo galoppo
sul mio stupore
e la mia quarta vertebra.
Bloccò la mia sorpresa
tra zoccolo e la pelle
nella mia bocca terra e caprifoglio.
Batté forte tre volte
con l’anteriore baio
il dorso mio sconfitto
 
nitrì nell’aria le memorie antiche
mi rubò il cuore.

*

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