Della morte

The Broken Column by Frida Kahlo OSA164

Il buio si riprende i corpi.
La morte non ritarda
solo a volte si sdubbia nei fossi
che non hanno germogli
ma solo voli e voli e ancora voli
da volare soli.

Adesso mi dispiace
che qualcuno
non mi abbia toccato
che qualcun’altro
lo abbia fatto per un tratto breve
chiudendomi dentro alle parole.

Il tempo riempie i vuoti e scava
tutte le mie età sotto la sabbia
come un bambino
senza infanzia
e senza inverno.

Non interrotto dialogo

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Anch’io sto sull’orlo dell’abisso
e questa profondità nera di pozzo
mi seduce, s’aggrappa
alle mie spalle come amante
che ansima nell’incavo del collo.
Tuttavia nascondo sogni
nello squarcio che mi lasci addosso
in sussurri umidi di versi.
Mentre fuori la notte cade a raggi
e mi feconda amore dentro agli occhi.
.

Il cappero s’appende

Immagine
Sono un sentiero di campagna
germogli e rovi alle svolte.
Soffro d’insonnia come la luna
e di notte vago il silenzio rotondo
come un’ostia,
cercando l’origine del bello
nascosto nello stupore.
.
Per seguire il tuo passo ho messo
un guinzaglio d’erbe alla caviglia
rasento muri in pietra dove
il cappero s’appende
e stringo solitudini tra le mani
perché la parola s’annidi.
.
Ti appoggio i miei pensieri sulla nuca
in quel punto dove la tenerezza
si concentra senza inganni.
I giorni degli abbracci sono solchi
che mi lasci addosso
e il tempo, perdifiato d’attese,
è un continuo _ stremato _ addio.
.

Con lo hojos vendados

Renè Magritte amants2
Quando c’è troppa luce
me voy con los ojos vendados
mi cerco nel profondo di un rio
sottoterra, tacendo segreti
di poco conto
vecchi al di là del tempo.
.
((La vita è un volo di storni, un uccello che ci morde i passi
a volte un passero ucciso che scava la notte col becco.))
.
Y cuando te hecho de menos
mi fermo
mi scosto di un nulla da me
e cerco i tuoi voli nel canneto
nel punto perfetto dove s’incontrano
le ali dei poeti e l’anima delle donne.
.

Due pesci mi nuotano il cervello

Mi chiami quando ti senti solo
o sei ubriaco
o fatto di poesia
o tutte e tre le cose insieme, quando
non riconosci le impronte 
che lasci sulle tue parole.
E io ci sono sempre, perché
il mio amore è cresciuto al freddo
coi mandarini
l’ho raccolto nell’orto
e candito sulla mensola alta della credenza
dove dimentico ritagli di giornale
e pensieri indecenti
che restano pensieri anche dopo la mezzanotte
anche dopo che ti ho spogliato dei tuoi enigmi
e sfogliato come un libro
ignorando le pieghe delle pagine.
E quando mi hai preso per mano ti ho
bruciato le unghie
e poi ti ho succhiato le dita
lentamente
… ad una ad una ad una…
perché ti ricordassi di quando
stavamo appoggiati con la schiena alle piramidi
perché ti ricordassi di quei giorni
che hanno divaricato l’ansia
di appartenerci
e nella torsione delle nostre ombre non c’era
spazio per nessuno.
Ho interpretato tutti i segni
anche i fondi del caffè
ascoltando musica celtica nel pomeriggio.
E a proposito di segni
  due pesci mi nuotano il cervello
controcorrente
… muti muti muti…
per farmi sentire un po’ più sola di prima
per farmi capire che non sono poi
così speciale

neppure adesso che ti ricompongo in pezzi
togliendoti piano la pelle
per non svegliarti
e ti appoggio il mio nome sulla lingua
incerta come sono
tra lo spegnere la luce
o lasciarti andare.

*

Il senso del pianto

Eppure
anche se a volte ho pianto
dopo averti urlato negli occhi
non era per volare via
ma era farmi infinita, stordita di te
era un sapere lontano, era l’oggi
era il poi.
Nella notte le cicale aravano il campo
di gridi
piangendo cercavo le mie ali
e tu il senso di quel pianto.
Avevi poesie scritte sulla schiena
e una lucciola su ogni dito
io ti leggevo di spalle
le tue mani facevano luce.
 
Dove sono adesso le mie ali?
 

 

Lungo il sentiero assiepato

Tu vivi qui, in fondo al viale
dietro alla siepe dove mio padre
nascondeva il suo malamore
e i miei quattro fratelli lustravano
sui rami, le loro piume di maschi
per il tempo dei desideri.
.
Mia madre aveva un grande cappello
calato sugli sguardi
e piedi troppo piccoli per fuggire.
Io, per gioco, lievitavo pane sollevando
nuvole bianche di farina sui miei seni.
Tra noi e la siepe, tre spighe di grano.
.
Tu vivi qui, in fondo al viale, chiuso
nella tua ombra che non cambia direzione.
Hai calpestato il nostro odore
che ancora io cerco dappertutto
e seppellisco matite fra i sassi aspettando
che germoglino parole.
.

Bontempo il benamato

buont
Quel giorno, proprio quel giorno
che i miei occhi erano
più chiari del mattino
e i cavalli nel vento
galoppavano
fin dietro alle mie spalle
 
il più spavaldo, il puledro
dall’aria fiera e l’occhio morbido
quello con tre balzane
e la stella in fronte
Bontempo, per esser nato in marzo
con la luna
Bontempo il benamato
che non conosce morso
né recinto, che batte l’ambio
con araba eleganza
schivo di palio
ai margini del branco
altero
 
proprio lui, proprio quel giorno
 
arrestò d’improvviso il suo galoppo
sul mio stupore
e la mia quarta vertebra.
Bloccò la mia sorpresa
tra zoccolo e la pelle
nella mia bocca terra e caprifoglio.
Batté forte tre volte
con l’anteriore baio
il dorso mio sconfitto
 
nitrì nell’aria le memorie antiche
mi rubò il cuore.

*

Al centro dove tutto comincia

Ha incontrato il suo stupore
nella spirale de la plaza
le spalle dritte contro il caso.
Al centro, dove tutto comincia.
.
Ahi mi amor mi amor
guardala com’è sola.
Avvolgila nel tuo mantello
che le bocche feroci
non possano ghermirla.
Non permettere che sia altri
a coglierla nel buio
e aprirla come un frutto
dalla cintura al petto.
Non lasciare che umidi fiati
le schiudano le labbra
e la sua gioia si perda
nella sabbia in rivoli spenti _ ay
mi amor mi amor.
.
Portale banderillas di luce
che abbiano lunghi nastri
intrecciati di colori
e tamburelli e flauti
per la sua danza
e vino per la sua ebbrezza
versi per i suoi silenzi
e carezze per i suoi seni_ ay
mi amor mi amor.
.
Coprila con il tuo corpo
che nessuno possa vederla
nuda de su traje de luz
quando i suoi occhi
si dilatano d’azzurro
e i sogni diventano soli
e le braccia si aprono al cielo.
Che nessuno possa sentire
il suo grido_ ay mi amor mi amor.
.
Quando il silenzio occuperà
il suo posto, resterà sulla sabbia
soltanto un melograno spaccato.
Al centro, dove tutto comincia.
*

Ero un tremolio di pensiero

il_canto_delle_bambole
Io non c’ero.
Non avevo mani
né capelli
né voce.
Ero un tremolio di pensiero
fra il giorno e la notte, un fiato breve
a volte un desiderio vago.
Non ero
ma avrei potuto essere chiunque
un operaio di spola
uno skipper sull’oceano
la madre di troppi figli
o una puttana in un bordello di Shangai.
Avrei potuto correre inseguita
di pioggia
o rimanere per anni immobile
nella posizione del loto.
Avrei potuto partire
con una valigia piena di bulbi
di tulipano rosa
o piantare cose inanimate sotto i cespugli.
Avrei potuto morire, esausta d’angoli
ad ogni svolta
o dissipare intelletto
patrimoni
e tutta la mia vita
e tu
non avresti mai neanche potuto
dispiacerti
né compatirmi
né tantomeno amarmi.
.
Mi sorprende adesso il pensiero
che tu voglia sapere dove poso il passo.
.